L’ Hipericum perforatum appartiene alla famiglia delle Ipericacee ed è conosciuto anche come “Erba di San Giovanni“; si narra infatti che questa pianta nacque dal sangue del santo ed il diavolo per distruggerla trafisse le sue foglie; in effetti queste, in controluce, presentano come dei piccoli forellini, che in realtà sono piccole glandole; per di più, i fiori di questa pianta appassiscono rapidamente ad assumono un color rosso-ruggine, simile a quello del sangue essiccato.
La tradizione vuole che in certi paesi di campagna l’iperico vanga benedetto il giorno di San Giovanni ed i suoi rami vangano appesi alle porte per tenere lontano le malattie. Un tempo veniva persino usato in pratiche esorcistiche. Molte storie e tradizioni lo circondano, ma a noi interessa per altri motivi; dal punto di vieta terapeutico, infatti, l’iperico presenta delle qualità sedative, diuretiche, cicatrizzanti, astringenti, e viene utilizzato in vari disturbi di origine nervosa e in trattamenti esterni di ferite, piaghe, ulcere cutanee, distorsioni.
L’iperico si ritrova nei campi, lungo i sentieri, ai margini dei boschi; è una pianta perenne, alta cinquanta centimetri circa. Il suo fusto rossastro è molto ramificato e presenta foglie prive di picciolo, opposte, provviste di numerosi punti traslucidi; i fiori sono grandi, color giallo oro e producono, se premuti, un liquido color rosso; responsabile di questa colorazione, che poi è la stessa del fiore appassito che si tramuta da giallo a rosso, è un pigmento, l’ipericina, contenuta nei peli che rivestono petali e sepali. Le parti della pianta utilizzate in fitoterapia sono le foglie e le sommità fiorite.